LA LIBRERIA
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Autore: Penelope Fitzgerald Editore: Sellerio In commercio dal: 5 marzo 1999 Pagine: 180 Traduzione: M. D'Amico ISBN: 978-88-3891-473-7 |
“Un buon libro è la preziosa linfa vitale di uno spirito superiore,
imbalsamata e tesaurizzata per una vita oltre la vita e in quanto tale è
certamente un genere di prima necessità”. Chi scrive è Florence Green, la protagonista del
romanzo: una
donna piccola di statura, asciutta di aspetto e “alquanto insignificante” ma
dotata di un grande coraggio. Una
vedova di mezz'età che decide di aprire una piccola libreria nella cittadina
fittizia di Hardborough, nel Suffolk e la Old House è il luogo scelto per
l'attività, una casa abbandonata e umida che si dice sia pure infestata dai
fantasmi.
Con il prezioso aiuto di Christine, una ragazzina impegnata nel compito
di una libreria ambulante, Florence dovrà affrontare difficoltà economiche e
ostilità dai residenti del luogo, per nulla riconoscenti della sua meritevole
iniziativa. Ma l'avventura di Florence, dimentica di come gli uomini «si
dividano in sterminatori e sterminati, con i primi che predominano, in
qualunque momento», si trasforma in una parabola in cui si riconosce il valore
di chiunque si batta per la civiltà.
Il finale non è triste anche se avremmo voluto un tempestivo intervento
per salvare la libreria. L’autrice non ritiene che Florence sia una fallita, ma
pensa semplicemente che così è la vita, senza recriminazioni. Troviamo nella
trama il filo conduttore che permea tutte le pagine del libro: l’amore che lega
la protagonista verso i libri, tali da considerarli un “genere di prima
necessità”.
L’Autrice, Penelope Fitzgerald (1916-2000), ebbe varie esperienze di
lavoro e di vita, fra l'altro il giornalismo e la storia dell'arte. Iniziò a
scrivere opere narrative all'età di sessant'anni e i suoi romanzi hanno vinto prestigiosi
premi fra cui il Booker Prize.
Ho scelto di leggere questo libro perché rimasta entusiasta dal
bellissimo film che ne è stato tratto, “La Casa dei Libri”, con una
irresistibile Emily Mortimer e un altrettanto Bill Nighy. A mio parere, uno di
quei rari casi in cui il film supera il libro, grazie ad una sceneggiatura
rafforzata e arricchita da ulteriori scene e dialoghi. Ma Florence, sia che si
tratti di libro sia di film, ci insegna l’amore per i libri, amici da sempre
dell’uomo, e della libertà.
Recensione di Maria Pia Parenti
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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