il mercante di stoffe

 

Foto di LoggaWiggler da Pixabay 

Roma, anni '60

Il sig. Funari arrivò alla stazione Termini in perfetto orario. Scendendo dal treno lo accolse un freddo pungente, per ripararsi al meglio dal vento gelido calcò ancor di più il cappello sulla testa e si avvolse nella sua sciarpa di cashmere così da evitare che spifferi ghiacciati gli entrassero nel collo correndo giù per tutta la schiena. Una volta scesi i gradini del vagone si voltò per afferrare due pesanti valigie di cuoio che aveva poggiato sulla pedana e, cercando di scansare la gente che lo accerchiava da ogni lato, si diresse verso l’uscita. Erano solo 9.30 di mattina ma, mancando pochi giorni a Natale, c’era una gran confusione in stazione e nelle vie della città. Per sua fortuna doveva rimanere nella Capitale solo poche ore, il tempo di sbrigare certi affari, incontrare alcuni clienti e poi sarebbe tornato nella sua tranquilla Prato. Riuscì con difficoltà a trovare un taxi e ci mise più di mezz’ora per percorre due chilometri e mezzo, distanza che separava Termini dalla sua prima cliente che abitava in Via Bertoloni, nel quartiere Parioli. Sapeva già che il suo arrivo avrebbe portato parecchio scompiglio in quella casa, gli erano stati infatti commissionati dalla Sig.ra Fantoni alcuni capi importanti per il corredo della figlia Marianna prossima alle nozze ma tra madre e figlia c’erano non pochi dissapori.

Marianna era una bellissima ventenne, che nulla aveva da invidiare alle modelle degli anni ’60: i capelli mossi alla Ava Gardner, gli occhi da cerbiatto di Liz Taylor e il portamento regale e la classe innata di Grace Kelly. Non poteva essere diversamente considerando che lei apparteneva ad una famiglia alto borghese dove l’eleganza e il bon ton contraddistinguevano ogni componente.

Marianna sin da quando era adolescente aveva avuto stuoli di ragazzi che le avevano girato intorno lei però si era mostrata nei loro confronti totalmente disinteressata e con nessuna intenzione di cedere ai loro corteggiamenti. Il suo sogno sarebbe stato quello di studiare, diplomarsi al liceo e poi iscriversi all’università ma una brutta nefrite da bambina le aveva lasciato una salute cagionevole che l’aveva costretta a scegliere studi meno impegnativi ripiegando su un istituto tecnico commerciale che però aveva frequentato con passione ottenendo ottimi risultati. Ed era proprio durante il tragitto che la portava a scuola che aveva conosciuto Gianni, esattamente su uno dei vagoni del tram 19.  In realtà all’inizio lei non lo aveva neanche notato, il ragazzo non era una gran bellezza. Infatti nonostante avesse gli occhi azzurri e i capelli biondi sul suo viso troneggiava un importante naso aquilino e il suo fisico era gracile e mingherlino ma Gianni era un ragazzo molto intelligente, sveglio e aveva saputo come conquistarla. Sebbene lei sembrasse algida e scostante, caratteristiche che in realtà celavano una grande insicurezza, Gianni era riuscito giorno dopo giorno con pazienza a scalfire la sua corazza e farla innamorare di sé, un amore che era diventato ogni giorno più profondo.

La signora Lina, madre di Marianna, sin da subito si era mostrata contraria a quell’unione perché Gianni proveniva da una famiglia di origine modesta che si era trasferita da Salerno una ventina di anni prima quando il padre Luigi aveva vinto un concorso per la pubblica amministrazione. Nonostante negli anni Luigi avesse fatto un’ottima carriera fino a raggiungere una carica importante il modo di vivere della sua famiglia era rimasto piuttosto spartano. La loro casa era al quanto modesta e non seguendo le mode dell’epoca vestivano sempre in maniera piuttosto semplice e dimessa. Cosa inaccettabile per la signora Lina.

Quando Gianni, che nel frattempo si era laureato in medicina, aveva chiesto a Marianna di sposarlo in casa Fantoni sembrava fosse avvenuta una disgrazia. I Fratelli Paolo e Carlo e le sorelle Franca e Gabriella avevano cercato di far ragionare la giovane non sopportando più il comportamento della madre senza però riuscire nel loro intento. L’unico che aveva mostrato tutto sommato di non disdegnare quell’unione era stato suo padre Francesco che aveva capito quanto Gianni fosse in gamba e rendesse felice la sua ultima genita per cui aveva acconsentito a quell’unione. I preparativi del matrimonio però avevano portato trambusto in casa, le due donne infatti sembravano non essere d’accordo su niente.

- Buongiorno Signor Funari, ben arrivato, ha fatto buon viaggio? – chiese la signora al mercante facendolo accomodare in soggiorno.

- Si il viaggio è andato bene ma qui a Roma c’è sempre una gran confusione durante le festività, non so come facciate a viverci.

- Abitudine, direi. Ha portato i capi che le avevamo richiesto caro Funari?

- Si è tutto nelle valigie, ora glieli mostro. – Le rispose e dopo aver poggiato le due grosse valigie sul tavolo della camera da pranzo cominciò a tirar fuori completi di lenzuola di lino, asciugamani di puro cotone e tovaglie elegantissime tutta manifattura dell’artigianato fiorentino. Mentre le disponeva in modo ordinato sul tavolo li raggiunse anche Marianna avvertita del suo arrivo dalla governante. All’ingresso della giovane nella sala cadde il silenzio e il mercante si accorse subito che tra le due donne regnava una forte tensione.

- Finalmente sei arrivata Marianna il caro Funari mi stava facendo ammirare i capi che gli avevamo richiesto, sono meravigliosi! Guarda queste tovaglie di fiandra e questi asciugamani di lino di damasco sono splendidi! Per non parlare poi di quelle lenzuola di cotone 100% satin pettinato, con la lavorazione a trama lunga e intrecciata con 180 fili per centimetro, una vera delizia per gli occhi! – La signora Lina era entusiasta mentre accarezzava quei filati.

- Buongiorno signor Funari è un piacere rivederla – Esordì la giovane avvicinandosi all’uomo per salutarlo e poi osservando la biancheria continuò: - Questi capi sono veramente belli ma può cortesemente far capire a mia madre che non sono quelli che le ho richiesto. Ormai i tempi sono cambiati e io presto comincerò a lavorare per uno studio da commercialista non avrò tempo per stirare tovaglie di fiandra e asciugamani di lino. Questi capi per quanto splendidi sono superati, piuttosto mi ha portato gli asciugamani di spugna che le avevo richiesto e le trapunte di lana che negli Stati Uniti stanno avendo un enorme successo? – gli chiese senza badare a sua madre il cui volto nel frattempo era diventato paonazzo dalla rabbia.

- Certo signorina, sono nell’altra valigia, ora gliele faccio vedere. – gli rispose l’uomo al quanto imbarazzato non sapendo a chi dare retta, se alla padrona di casa o alla figlia.

- Marianna! Ma cosa stai dicendo! In un corredo che si rispetti certi capi sono imprescindibili! Che figura mi vuoi far fare con la mia famiglia! Tu sei una Fantoni e l’eleganza, la raffinatezza e il gusto in questa casa vengono prima di tutto! Che cosa penserebbe zia Adelina se venendoti a trovare scoprisse in bagno degli asciugamani di spugna? Non posso far nulla per impedire questo matrimonio ma non ho intenzione di farmi parlare dietro per causa tua.

- Suvvia signore cerchiamo di non perdere la calma, credo di poter accontentare entrambe. – Sentenziò il signor Funari per cercare di mettere pace tra la due donne, e poi continuando: - Vede signorina Marianna sua madre ha ragione, sicuramente le capiterà di invitare degli ospiti di riguardo per delle serate particolari e in questo caso tovaglie di fiandra per apparecchiare la tavola e asciugamani di lino per il bagno le serviranno. – Poi rivolgendosi alla padrona di casa: - Ma signora Lina anche sua figlia non ha torto: le ragazze di oggi lavorano, spesso tornano a casa al tramonto e hanno bisogno di utilizzare biancheria facile da stirare e che non faccia perdere loro troppo tempo. Possiamo senza dubbio abbinare a capi più classici per le occasioni importanti quelli più moderni per tutti i giorni. – concluse il mercante in un profluvio di parole per cercare di accontentare le due donne ma soprattutto per vendere tutta la sua merce.

- Mamma ce la stai mettendo tutta per rovinare il momento più bello della mia vita. Non sopporti proprio che io possa essere felice accanto al mio Gianni! Dovresti essere contenta per me: ho trovato un ragazzo che pensa sempre prima al mio bene e poi al suo. – Sbottò la giovane stanca dei continui dissapori con sua madre.

- Ma Marianna come fai a non capire che io voglio solo il meglio per te! Sei una bellissima ragazza di un’ottima famiglia potresti avere al tuo fianco un giovane rampollo di qualche casata importante invece che un giovane squattrinato di belle speranze. – Le rispose la madre non riuscendo proprio a capire le motivazioni della figlia.

- Mamma i soldi non sono tutto nella vita. Hai dimenticato di quando eri giovane e ti sei innamorata di papà, ti ricordi di quando mi raccontasti di quanto hai penato per farti accettare dai suoi genitori perché provenivi da una famiglia semplice di commercianti? Tante volte mi hai detto di esserci rimasta molto male. E tu adesso ti stai comportando nella stessa maniera con Gianni che sta facendo di tutto per farsi accettare da te. È un bravissimo ragazzo, si è laureato con il massimo dei voti in medicina e ora ha appena cominciato la specializzazione per diventare un chirurgo. Ha una promettente carriera davanti a sé, è gentile, rispettoso e ha sempre tante attenzioni per me ma tu sembra non voler considerare tutti questi suoi pregi e solo perché non ha un cognome blasonato come d’altronde non lo avevi tu! -  Ribatté tutto di un fiato, riuscendo finalmente per la prima volta a dirle quello che serbava nel suo cuore da tempo.

La signora Lina non seppe cosa rispondere, la figlia aveva ragione era stata cieca e ottusa. Come aveva potuto dimenticare tutti quegli anni di sofferenza e di frustrazione. Se non le fosse stato vicino Francesco non ce l’avrebbe fatta a sopportare tutte le angherie dei suoceri. Forse inconsciamente voleva che sua figlia fosse sempre felice e non si scontrasse mai con i commenti maligni della gente ma era la sua vita e lei non aveva il diritto di intromettersi. Gli occhi le si fecero rossi e lucidi e il povero signor Funari avrebbe solo voluto scappare.

- Signora vado in cucina a prenderle un bicchiere d’acqua. Credo ne abbiate bisogno. – Commentò l’uomo con la speranza di defilarsi.

- La ringrazio signor Funari ma non c’è bisogno. Mia figlia ha ragione, i tempi sono cambiati ed è arrivata l’ora che anche io diventi più moderna. Ci faccia vedere quelle trapunte, ne ho viste alcune con dei disegni floreali molto belli. -  Gli rispose dopo un attimo di silenzio in cui ritrovò la calma e finalmente i duri tratti del viso si tramutarono in un caldo e accogliente sorriso.

- Oh mamma cara, grazie! Vedrai che ti piaceranno. Sono una più bella dell’altra. Ma comunque hai ragione per la tavola le tovaglie di fiandra sono le migliori, ne voglio prendere un paio. – Le disse la figlia felice di quel cambiamento, alla fine le sue parole avevano fatto breccia nel granitico cuore della madre.

- Si è vero sono molto belle ma l’importante è che piacciano a te. Con le tue parole mi hai fatto ricordare una parte importante della mia vita che avevo dimenticato. Volevo solo la tua felicità ma non mi rendevo conto che tu già lo eri. Ti auguro ogni bene figlia mia. – le rispose andandola ad abbracciare e poi continuando: – Allora caro Funari si sbrighi e ci faccia vedere la sua mercanzia, non abbiamo tempo da perdere dobbiamo organizzare un matrimonio e ci serve il corredo! – Concluse sorridendo e strizzando l’occhio all’uomo.

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