il mercante di stoffe
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Roma, anni '60
Il sig.
Funari arrivò alla stazione Termini in perfetto orario. Scendendo dal treno lo
accolse un freddo pungente, per ripararsi al meglio dal vento gelido calcò
ancor di più il cappello sulla testa e si avvolse nella sua sciarpa di cashmere
così da evitare che spifferi ghiacciati gli entrassero nel collo correndo giù
per tutta la schiena. Una volta scesi i gradini del vagone si voltò per
afferrare due pesanti valigie di cuoio che aveva poggiato sulla pedana e,
cercando di scansare la gente che lo accerchiava da ogni lato, si diresse verso
l’uscita. Erano solo 9.30 di mattina ma, mancando pochi giorni a Natale, c’era
una gran confusione in stazione e nelle vie della città. Per sua fortuna doveva
rimanere nella Capitale solo poche ore, il tempo di sbrigare certi affari,
incontrare alcuni clienti e poi sarebbe tornato nella sua tranquilla Prato. Riuscì
con difficoltà a trovare un taxi e ci mise più di mezz’ora per percorre due
chilometri e mezzo, distanza che separava Termini dalla sua prima cliente che
abitava in Via Bertoloni, nel quartiere Parioli. Sapeva già che il suo arrivo
avrebbe portato parecchio scompiglio in quella casa, gli erano stati infatti commissionati
dalla Sig.ra Fantoni alcuni capi importanti per il corredo della figlia Marianna
prossima alle nozze ma tra madre e figlia c’erano non pochi dissapori.
Marianna era
una bellissima ventenne, che nulla aveva da invidiare alle modelle degli anni ’60:
i capelli mossi alla Ava Gardner, gli occhi da cerbiatto di Liz Taylor e il portamento
regale e la classe innata di Grace Kelly. Non poteva essere diversamente
considerando che lei apparteneva ad una famiglia alto borghese dove l’eleganza
e il bon ton contraddistinguevano ogni componente.
Marianna sin
da quando era adolescente aveva avuto stuoli di ragazzi che le avevano girato intorno
lei però si era mostrata nei loro confronti totalmente disinteressata e con
nessuna intenzione di cedere ai loro corteggiamenti. Il suo sogno sarebbe stato
quello di studiare, diplomarsi al liceo e poi iscriversi all’università ma una
brutta nefrite da bambina le aveva lasciato una salute cagionevole che l’aveva
costretta a scegliere studi meno impegnativi ripiegando su un istituto tecnico commerciale
che però aveva frequentato con passione ottenendo ottimi risultati. Ed era
proprio durante il tragitto che la portava a scuola che aveva conosciuto Gianni,
esattamente su uno dei vagoni del tram 19. In realtà all’inizio lei non lo aveva neanche
notato, il ragazzo non era una gran bellezza. Infatti nonostante avesse gli
occhi azzurri e i capelli biondi sul suo viso troneggiava un importante naso
aquilino e il suo fisico era gracile e mingherlino ma Gianni era un ragazzo
molto intelligente, sveglio e aveva saputo come conquistarla. Sebbene lei
sembrasse algida e scostante, caratteristiche che in realtà celavano una grande
insicurezza, Gianni era riuscito giorno dopo giorno con pazienza a scalfire la
sua corazza e farla innamorare di sé, un amore che era diventato ogni giorno
più profondo.
La signora Lina,
madre di Marianna, sin da subito si era mostrata contraria a quell’unione
perché Gianni proveniva da una famiglia di origine modesta che si era
trasferita da Salerno una ventina di anni prima quando il padre Luigi aveva
vinto un concorso per la pubblica amministrazione. Nonostante negli anni Luigi
avesse fatto un’ottima carriera fino a raggiungere una carica importante il
modo di vivere della sua famiglia era rimasto piuttosto spartano. La loro casa
era al quanto modesta e non seguendo le mode dell’epoca vestivano sempre in
maniera piuttosto semplice e dimessa. Cosa inaccettabile per la signora Lina.
Quando Gianni,
che nel frattempo si era laureato in medicina, aveva chiesto a Marianna di
sposarlo in casa Fantoni sembrava fosse avvenuta una disgrazia. I Fratelli Paolo
e Carlo e le sorelle Franca e Gabriella avevano cercato di far ragionare la giovane
non sopportando più il comportamento della madre senza però riuscire nel loro
intento. L’unico che aveva mostrato tutto sommato di non disdegnare
quell’unione era stato suo padre Francesco che aveva capito quanto Gianni fosse
in gamba e rendesse felice la sua ultima genita per cui aveva acconsentito a
quell’unione. I preparativi del matrimonio però avevano portato trambusto in
casa, le due donne infatti sembravano non essere d’accordo su niente.
- Buongiorno Signor
Funari, ben arrivato, ha fatto buon viaggio? – chiese la signora al mercante
facendolo accomodare in soggiorno.
- Si il
viaggio è andato bene ma qui a Roma c’è sempre una gran confusione durante le
festività, non so come facciate a viverci.
- Abitudine,
direi. Ha portato i capi che le avevamo richiesto caro Funari?
- Si è tutto
nelle valigie, ora glieli mostro. – Le rispose e dopo aver poggiato le due
grosse valigie sul tavolo della camera da pranzo cominciò a tirar fuori
completi di lenzuola di lino, asciugamani di puro cotone e tovaglie
elegantissime tutta manifattura dell’artigianato fiorentino. Mentre le
disponeva in modo ordinato sul tavolo li raggiunse anche Marianna avvertita del
suo arrivo dalla governante. All’ingresso della giovane nella sala cadde il
silenzio e il mercante si accorse subito che tra le due donne regnava una forte
tensione.
- Finalmente
sei arrivata Marianna il caro Funari mi stava facendo ammirare i capi che gli
avevamo richiesto, sono meravigliosi! Guarda queste tovaglie di fiandra e
questi asciugamani di lino di damasco sono splendidi! Per non parlare poi di
quelle lenzuola di cotone 100% satin pettinato, con la lavorazione a trama
lunga e intrecciata con 180 fili per centimetro, una vera delizia per gli
occhi! – La signora Lina era entusiasta mentre accarezzava quei filati.
- Buongiorno
signor Funari è un piacere rivederla – Esordì la giovane avvicinandosi all’uomo
per salutarlo e poi osservando la biancheria continuò: - Questi capi sono
veramente belli ma può cortesemente far capire a mia madre che non sono quelli
che le ho richiesto. Ormai i tempi sono cambiati e io presto comincerò a
lavorare per uno studio da commercialista non avrò tempo per stirare tovaglie
di fiandra e asciugamani di lino. Questi capi per quanto splendidi sono
superati, piuttosto mi ha portato gli asciugamani di spugna che le avevo
richiesto e le trapunte di lana che negli Stati Uniti stanno avendo un enorme
successo? – gli chiese senza badare a sua madre il cui volto nel frattempo era
diventato paonazzo dalla rabbia.
- Certo signorina,
sono nell’altra valigia, ora gliele faccio vedere. – gli rispose l’uomo al
quanto imbarazzato non sapendo a chi dare retta, se alla padrona di casa o alla
figlia.
- Marianna! Ma
cosa stai dicendo! In un corredo che si rispetti certi capi sono
imprescindibili! Che figura mi vuoi far fare con la mia famiglia! Tu sei una
Fantoni e l’eleganza, la raffinatezza e il gusto in questa casa vengono prima
di tutto! Che cosa penserebbe zia Adelina se venendoti a trovare scoprisse in
bagno degli asciugamani di spugna? Non posso far nulla per impedire questo matrimonio
ma non ho intenzione di farmi parlare dietro per causa tua.
- Suvvia signore
cerchiamo di non perdere la calma, credo di poter accontentare entrambe. – Sentenziò
il signor Funari per cercare di mettere pace tra la due donne, e poi
continuando: - Vede signorina Marianna sua madre ha ragione, sicuramente le
capiterà di invitare degli ospiti di riguardo per delle serate particolari e in
questo caso tovaglie di fiandra per apparecchiare la tavola e asciugamani di lino per
il bagno le serviranno. – Poi rivolgendosi alla padrona di casa: - Ma signora
Lina anche sua figlia non ha torto: le ragazze di oggi lavorano, spesso tornano
a casa al tramonto e hanno bisogno di utilizzare biancheria facile da stirare e
che non faccia perdere loro troppo tempo. Possiamo senza dubbio abbinare a capi
più classici per le occasioni importanti quelli più moderni per tutti i giorni.
– concluse il mercante in un profluvio di parole per cercare di accontentare le
due donne ma soprattutto per vendere tutta la sua merce.
- Mamma ce la
stai mettendo tutta per rovinare il momento più bello della mia vita. Non sopporti
proprio che io possa essere felice accanto al mio Gianni! Dovresti essere contenta
per me: ho trovato un ragazzo che pensa sempre prima al mio bene e poi al suo.
– Sbottò la giovane stanca dei continui dissapori con sua madre.
- Ma Marianna
come fai a non capire che io voglio solo il meglio per te! Sei una bellissima
ragazza di un’ottima famiglia potresti avere al tuo fianco un giovane rampollo
di qualche casata importante invece che un giovane squattrinato di belle
speranze. – Le rispose la madre non riuscendo proprio a capire le motivazioni
della figlia.
- Mamma i
soldi non sono tutto nella vita. Hai dimenticato di quando eri giovane e ti sei
innamorata di papà, ti ricordi di quando mi raccontasti di quanto hai penato
per farti accettare dai suoi genitori perché provenivi da una famiglia semplice
di commercianti? Tante volte mi hai detto di esserci rimasta molto male. E tu
adesso ti stai comportando nella stessa maniera con Gianni che sta facendo di
tutto per farsi accettare da te. È un bravissimo ragazzo, si è laureato con il
massimo dei voti in medicina e ora ha appena cominciato la specializzazione per
diventare un chirurgo. Ha una promettente carriera davanti a sé, è gentile,
rispettoso e ha sempre tante attenzioni per me ma tu sembra non voler
considerare tutti questi suoi pregi e solo perché non ha un cognome blasonato
come d’altronde non lo avevi tu! -
Ribatté tutto di un fiato, riuscendo finalmente per la prima volta a
dirle quello che serbava nel suo cuore da tempo.
La signora
Lina non seppe cosa rispondere, la figlia aveva ragione era stata cieca e
ottusa. Come aveva potuto dimenticare tutti quegli anni di sofferenza e di
frustrazione. Se non le fosse stato vicino Francesco non ce l’avrebbe fatta a
sopportare tutte le angherie dei suoceri. Forse inconsciamente voleva che sua
figlia fosse sempre felice e non si scontrasse mai con i commenti maligni della
gente ma era la sua vita e lei non aveva il diritto di intromettersi. Gli occhi
le si fecero rossi e lucidi e il povero signor Funari avrebbe solo voluto
scappare.
- Signora
vado in cucina a prenderle un bicchiere d’acqua. Credo ne abbiate bisogno. – Commentò
l’uomo con la speranza di defilarsi.
- La
ringrazio signor Funari ma non c’è bisogno. Mia figlia ha ragione, i tempi sono
cambiati ed è arrivata l’ora che anche io diventi più moderna. Ci faccia vedere
quelle trapunte, ne ho viste alcune con dei disegni floreali molto belli. - Gli rispose dopo un attimo di silenzio in cui
ritrovò la calma e finalmente i duri tratti del viso si tramutarono in un caldo
e accogliente sorriso.
- Oh mamma
cara, grazie! Vedrai che ti piaceranno. Sono una più bella dell’altra. Ma
comunque hai ragione per la tavola le tovaglie di fiandra sono le migliori, ne
voglio prendere un paio. – Le disse la figlia felice di quel cambiamento, alla
fine le sue parole avevano fatto breccia nel granitico cuore della madre.
- Si è vero
sono molto belle ma l’importante è che piacciano a te. Con le tue parole mi hai
fatto ricordare una parte importante della mia vita che avevo dimenticato.
Volevo solo la tua felicità ma non mi rendevo conto che tu già lo eri. Ti
auguro ogni bene figlia mia. – le rispose andandola ad abbracciare e poi
continuando: – Allora caro Funari si sbrighi e ci faccia vedere la sua
mercanzia, non abbiamo tempo da perdere dobbiamo organizzare un matrimonio e ci
serve il corredo! – Concluse sorridendo e strizzando l’occhio all’uomo.
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