La custode dei peccati

 


Autore: Megan Campisi
Editore: Nord
In commercio dal: 7 gennaio 2022
Pagine: 400
Lingua: Italiano
Traduzione: Alessandro Storti


Stavo cercando un nuovo libro d’acquistare nel negozio del mio libraio di quartiere che frequento da una vita e girovagavo fra gli scaffali alla ricerca di qualche testo che mi colpisse per la sua particolare sinossi o per la copertina accattivante quando la mia attenzione fu attratta da una frase diretta al venditore da una signora entrata dopo di me nel locale. “Mi è stato regalato questo libro, ma non ce la posso fare, non sono nelle condizioni di spirito per leggerlo e vorrei cambiarlo con qualcosa di leggero.” Il venditore che la conosceva bene, dalle cerimonie con cui l’aveva accolta, le rispose che non c’era nessun problema, consigliandole un’altra lettura a suo parere non impegnativa. Poiché sono per natura un po’ curiosa appena uscita la signora mi sono diretta allo scaffale dove era stato lasciato il libro e ho letto il suo titolo: La custode dei peccati di Megan Campisi. Immediatamente mi sono ricordata di aver letto alcune recensioni al riguardo che lo presentavano come un testo molto valido e l'ho subito acquistato, non pentendomi di averlo scelto. Il libro infatti si è rivelato dall'inizio molto interessante e originale l’autrice così brava nel descrivere gli avvenimenti e i suoi personaggi che l'ho divorato in tre giorni non riuscendo a staccarmi dalla sua lettura. Anche se devo ammettere che l’argomento non è dei più rilassanti ed ho compreso leggendolo la preoccupazione della signora che lo aveva rifiutato.

La storia parla di May una giovanissima ragazza che rimasta orfana e assai povera, spinta dalla fame, ruba ad un fornaio del pane. Inseguita, arrestata e condotta davanti al pretore, invece di essere condannata a morte o al carcere a vita, viene obbligata a diventare una mangia peccati, un essere spregevole, un rifiuto della società, di cui molti se ne servono ma che al contempo schivano e temono incontrandole sulla loro via. A May viene tatuata a fuoco la lingua con una S e messo un collare di metallo in cui compare incisa la medesima lettera per indicare la sua condizione di mangia peccati. Da questo momento non dovrà più parlare tranne che per pronunciare le parole richieste per i riti ai quali è costretta a partecipare.

 A questo punto è necessario spiegare chi sono le mangiapeccati e precisare che non sono frutto della fantasia dell'autrice ma che risultano realmente esistite. Queste erano presenti in Inghilterra e in particolare nella contea Gallese del Monmounthshire come afferma nel suo diario di viaggio Catherine Sinclair nel 1838. Le mangiapeccati erano delle povere donne che per campare sottostavano a una credenza popolare sostenuta dalla gente più ignorante e superstiziosa della società che invece di rivolgersi ai ministri del proprio culto al momento del trapasso, riteneva che i peccati del morto potessero essere presi da esse in carico e cancellati consumando del pane o dei cibi, corrispondenti ai peccati commessi, sul defunto o sulla sua bara, dopo che questi li aveva confessati ed elencati. Le mangiapeccati erano soprannominate “Sin Eater” e per il loro servizio venivano ricompensate con quattro penny inglesi. Sembra che fossero presenti anche negli Stati Uniti d'America negli Stati dei monti Alpalachi e che in Scozia le mangiapeccati fossero attive sino al XIX secolo.

Ma ritorniamo al romanzo May allontanata da tutti perché al suo cospetto le persone provano paura e ribrezzo trova riparo nella catapecchia della vecchia mangiapeccati della città che l'accetta iniziandola alle tristi pratiche alle quali sono condannate. Dopo i primi tempi di apprendistato terribili per la ragazza che prova schifo e ribrezzo per ciò che e costretta a fare, poiché a tutto ci si abitua anche al peggio, lentamente May sembra accettare il suo destino confortata dalla silenziosa presenza della vecchia mangiapeccati. Ma un giorno la triste monotonia dell'esistenza delle due donne viene sovvertita da un episodio che cambierà la vita di May. Un messo della regina chiama a Corte la vecchia mangiapeccati per ascoltare in punto di morte la confessione di una dama reale, ma la vecchia, rifiutatasi di mangiare un cuore di cervo che era stato apparecchiato sulla bara della nobile, viene arrestata ed uccisa. May sconvolta per la morte della sua maestra, l'unica che l'aveva accolta, per cercare di vendicarla e scoprire il motivo della sua punizione incomincerà ad indagare nella Corte, mettendosi in pericolo e trovandosi coinvolta in un intrigo di Palazzo.

Megan Campisi ambienta la sua storia in Inghilterra ma non è facile inserirla in un preciso periodo storico, dai riferimenti che l'autrice ci fornisce molto fantasiosi quali la genealogia della casa regnante e l'avvenuta imposizione da parte della regina al suo popolo di un nuovo indirizzo religioso, e possibile pensare che si possa collocare durante il periodo elisabettiano. Leggendo questo libro si rimane colpiti dalla capacità dell'autrice di delineare con tanto realismo i bassifondi della città, la povertà materiale e morale di una moltitudine di persone che vive di espedienti e che per ignoranza, paura e, superstizione si affida a riti discutibili. Anche la protagonista e i personaggi minori sono rappresentati con tale precisione e corrispondenza alla classe sociale a cui appartengono, così come i loro discorsi, pensieri e movenze che ci si trova, leggendo, coinvolti in prima persone nelle loro vicende. Insomma un testo da consigliare se non si è troppo sensibili e deboli di stomaco.

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