Il codice dell'illusionista

 

Autore: Camilla Lackberg e Henrik Fexus
Editore: Marsilio
In commercio dal: 4 novembre 2021
Pagine: 720
Lingua: Italiano
Traduzione: Alessandra Albertari e Laura Cangemi




Quando mi è stato regalato Il codice dell'illusionista di Camilla Lackberg non sono stata molto contenta nel riceverlo ricordandomi di come il libro precedente dell'autrice “Ali d'argento” mi avesse deluso, per cui l'ho relegato in un angolo della mia libreria in attesa di un mio migliore stato d'animo. Ma poiché non sono capace di sottrarmi alla lettura di un libro regalatomi da una cara amica qualche tempo dopo mi sono fatta coraggio e l’ho ripreso in mano. Sono stata sorpresa nel constatare, al momento non me ne ero accorta, che la Lackberg non è la sola autrice ma che è stata affiancata nella stesura da un mentalista di fama internazionale Henrik Fexeus, i cui libri hanno avuto molto successo. Incuriosita da tale novità ho incominciato a leggere e devo ammettere che dopo una cinquantina di pagine sono stata coinvolta dalla storia che all'apparenza si presenta ben congegnata. 

La polizia di Stoccolma trova una grande cassa, simile a quelle usate dagli illusionisti per i loro giochi di abilità, con all'interno il cadavere di una donna con delle profonde ferite prodotte da delle spade infilate nelle fessure della cassa. Non sapendo se questo fosse opera di un assassino o di un incidente durante l'esercitazione di un illusionista, il caso viene affidato ad un gruppo di investigatori in gamba fra i quali una donna Mina Dabiri, la quale suggerisce al suo capo di farsi affiancare nelle ricerche da un mentalista Vincent Walder. Infatti costui aveva fama di grandi doti nel comprendere la psicologia delle persone e anche discrete conoscenze del mondo dei prestigiatori per cui si sperava che potesse essere di aiuto per la risoluzione del caso. Grazie al suo spirito di osservazione su una gamba della donna dei segni, riconducibili ad una data, fanno comprendere che l’assassino sta inviando dei messaggi che si presenteranno anche sul corpo di altri cadaveri che verranno trovati nel corso dell'indagine. Scoprire l’identità dell'assassino e cercare di prevenire le sue mosse risulta piuttosto difficile a Mina malgrado il valido aiuto di Walder che ad un certo punto si rende conto di essere suo malgrado coinvolto direttamente nella storia.

Gli autori portano avanti il racconto con una certa abilità alternando, come abitudine della Lackberg, avvenimenti che accadono nel presente a fatti del passato che dovrebbero far arrivare il lettore a comprendere l’autore degli omicidi. E infatti se si legge con attenzione, verso la metà del libro si può incominciare ad intuire l’identità dell’assassino e il suo movente, che nelle ultime pagine, risulta però, a mio parere, poco valido a dar luogo a delitti così efferati pur tenendo conto della personalità psicolabile e disturbata dell'autore. Questo è sicuramente uno dei limiti dell'opera aver costruito una storia molto complicata e macchinosa che non giustifica a pieno il movente.

I protagonisti invece, Mina e Welder sono rappresentati in modo molto approfondito e le loro personalità particolari che nascondono dei segreti pregressi, coinvolgono e incuriosiscono il lettore. Ma anche in questo caso si rimane un po’ perplessi perché pare difficile la presenza in una stessa storia di due personaggi affetti da disturbi del comportamento, Mina è affetta da misofobia, vede intorno a sé microbi e batteri che attentano alla sua salute che la costringono ad una vita priva di relazioni dirette e anche questo handicap poco si concilia con l’attività di investigatore della polizia a stretto contatto con crimini ed ambienti degradati. Walder è invece ossessionato dai numeri: contarli, sistemarli mentalmente in una certa progressione sembra che in alcuni momenti difficili riescano a rassicurarlo a fargli superare delle situazioni di stress. Anche la loro vita, il loro privato viene descritto minuziosamente e occupa una parte considerevole del libro che consta di ben 720 pagine, ma se può risultare interessante per il lettore conoscere gli ambienti in cui vivono e si muovono i protagonisti, la storia al contrario non ne trae alcun vantaggio. Infatti le continue digressioni sulla vita dei protagonisti rallenta l'azione togliendo suspense al racconto. Ci sarebbero ancora altri appunti da fare e molte altre incongruenze da sottolineare ma non voglio essere troppo severa, quello che mi stupisce e che due autori di comprovata esperienza non siano riusciti a confezionare un prodotto più coinvolgente e credibile, tenuto anche conto, come risulta dai ringraziamenti alla fine del libro, della partecipazione di un’infinità di persone coinvolte nella realizzazione del libro.

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