Un desiderio speciale per Natale
Foto di Jill Wellington da Pixabay |
Adid era da
qualche settimana in Italia ospite di una casa famiglia ma ancora si sentiva
oppresso dai terribili eventi che avevano funestato i suoi lunghi mesi di fuga
dal suo villaggio situato nella parte settentrionale della Nigeria al confine con
il Ciad. Territorio un tempo tranquillo anche se molto povero diventato in
seguito assai pericoloso per le incursioni delle squadre degli uomini di Boko
Haram. Alcune missioni cristiane erano state incendiate e anche quella poco
distante dal suo villaggio dove Adid era stato accolto per imparare a leggere e
scrivere era stata chiusa. I missionari erano scappati dopo che uno di loro era
stato rapito e non aveva fatto ritorno. Ormai al villaggio erano rimasti solo
vecchi e bambini e qualche donna, le giovani ragazze spesso venivano rapite dai
jihadisti e se ne perdevano le tracce così come era stato per sua sorella. Suo padre
invece aveva fatto in tempo a scappare con il figlio maggiore, lui era stato
affidato a i nonni dato che la mamma era morta di malattia alcuni mesi prima,
essendo troppo piccolo non avrebbe sopportato le difficoltà del viaggio. Cosi
infatti gli aveva detto il padre mentre il bambino in lacrime si aggrappava alle
sue gambe per non farlo andare via disperato per la perdita degli unici affetti
rimasti anche se il genitore gli aveva promesso che appena sistemato in Italia
presso un cugino lo avrebbe in qualche modo fatto arrivare da lui.
Erano trascorsi tre anni da quell'abbandono e nessuno si era fatto vivo per
venirlo a prendere allora Adid aveva deciso di partire alla ricerca dei suoi unendosi
ad un gruppo di fuggitivi che desideravano raggiungere il Mediterraneo e poi l’Europa.
Se avesse immaginato le inaudite sofferenze che aveva patito non avrebbe
intrapreso quel viaggio durato mesi di stenti, di fame, di sete, di
maltrattamenti. Ed ora, di notte tutto il peggio di quella esperienza riaffiorava
nei sogni agitati, l’incedere faticoso nel deserto fra le bufere di sabbia che
impedivano la vista, il mare tempestoso che aveva attraversato ammassato con
centinaia di profughi su un barcone fatiscente con il terrore di affogare, la
paura all'arrivo di non essere accolto e di non ritrovare suo padre. Ma per
fortuna essendo un minorenne non accompagnato di undici anni i soccorritori si
erano presi subito cura di lui e una casa famiglia lo aveva accolto.
Le assistenti erano molto affettuose con i piccoli ospiti in modo particolare con Adid che era l'unico straniero nella casa e perché la notte lo sentivano urlare. Durante il giorno con difficoltà cercavano di inserirlo nelle varie attività degli altri bambini ma egli preferiva rimanere in disparte ad osservare con stupore tutto ciò che era intorno a lui. Ora piccoli ospiti erano tutti presi dall'addobbo di un grande abete sintetico posizionato nel soggiorno dell’appartamento, di ritorno dalla scuola oltre ad appendere sui rami palline colorate facevano con la carta colorata piccoli lavoretti per abbellito. Adid non si stancava di osservare pur essendo musulm
ano sapeva cosa fosse la ricorrenza del Natale avendo frequentato la missione nel suo paese, ma la tradizione dell'albero gli era sconosciuta. Cosi come sconosciuta era la storia di Babbo Natale che i bambini gli avevano raccontato mostrandogli la sua effige su un manifesto, sorpresi che non ne avesse mai sento parlare. Loro invece erano tutti emozionati al pensiero del suo arrivo la notte di Natale sperando che portasse i doni richiesti.
Adid era convinto che ai bambini i grandi avessero i raccontato delle bugie
perché era impossibile che un vecchio dai capelli e dalla barba bianca
arrivasse volando in cielo su di una slitta (ma che mezzo era, si domandava)
per portare dei doni ai bambini buoni. Anche nel suo villaggio i vecchi
raccontavano delle storie paurose di spiriti ai bambini, ma lui non ci aveva
mai creduto era convinto che fossero dei racconti per intimorire i ragazzi, per
tenerli lontani dai pericoli reali. Ciò che l'affascinava era la città con i
suoi alti palazzi, gli ascensori che salivano e scendevano a comando, le
insegne luminose dei negozi e le vetrine, che addobbate con luci multicolori
mostravano una grande quantità di cose straordinarie. Nella sua terra non vi
erano città cosi, quando un giorno aveva accompagnato suo padre nella capitale
della sua regione aveva visto solo devastazione, case abbattute da raffiche di
mitra, accampamenti di fortuna dove gli abitanti si erano rifugiati, povertà ovunque.
Pensando a volte alla storia di Babbo Natale sperava che esistesse
davvero perché avrebbe avuto sicuramente che cosa chiedergli. Infatti una sola
cosa desiderava, ritrovare suo padre e suo fratello. Gli assistenti gli avevano
promesso che si sarebbero informati al centro di accoglienza se un uomo e un
ragazzo, provenienti dalla Nigeria tre anni prima avessero ottenuto un permesso
di soggiorno e quali recapiti avesse lasciato o in quale struttura di accoglienza fosse mandato ma avevano anche detto che l'indagine sarebbe stata lunga e difficile.
Mancavano pochi giorni al Natale ormai Adid era molto triste perché non
aveva avuto notizie dei suoi, e l'entusiasmo dei compagni lo infastidiva così
come i tentativi degli assistenti di coinvolgerlo in alcuni giochi. La vigilia
di Natale aveva preferito andare a letto presto non certo per non farsi trovare
sveglio da Babbo Natale ma perché si sentiva fuori posto in quell’ambiente così
diverso dal suo mondo, dalle sue tradizioni. Stranamente si era addormentato
con facilità, aveva incominciato a sognare e le immagini che scorrevano nella
sua mente gli procuravano una grande serenità: spazi aperti, cieli azzurri, nuvole
dalle strane forme poi all'improvviso era apparso Babbo Natale sulla slitta
trainata dalle renne, che sorridendo si era fermato e inaspettatamente si era
seduto ai piedi del letto. Amid in uno strano dormiveglia non era più sicuro di
nulla. Era realtà o sogno? Si chiedeva. Intanto Babbo Natale aveva iniziato a
parlare, aveva detto che il suo desiderio sarebbe stato esaudito e che
l'indomani avrebbe avuto una bella sorpresa, poi era sparito mentre Amid sprofondava
in un sonno profondo e ristoratore.
Il giorno dopo i bambini felici trovarono sotto l'albero i regali
richiesti, Adid ancora confuso per l'incredibile sogno raccolse da terra un
biglietto a lui indirizzato, in caratteri rossi c’era scritto: il tuo regalo arriverà
più tardi. La mattina trascorse in allegria per gli abitanti della casa ma il ragazzo
non poteva dimenticare quel sogno così reale e le parole di Babbo Natale che gli
risuonavano come un sussurro nelle orecchie. Poi all'improvviso una scampanellata,
all'apertura della porta, suo padre e suo fratello erano lì sulla soglia. La gioia di Adid fu immensa e si precipitò ad
abbracciarli ma subito una domanda gli ronzò in testa…chi era stato a trovarli?
Gli assistenti sociali o
Babbo Natale?
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