Un weekend in montagna

 

Foto di Gerhard G. da Pixabay 


Luigi aveva pensato a tutto o almeno cosi sperava, quando si incamminò con Palma verso l’auto per partire insieme diretti allo chalet di montagna dei suoi genitori. Aveva già dato alla cara Cesira, la governante che si occupava della casa da tanti anni, tutte le disposizioni. Quando sarebbero arrivati ad accoglierli ci sarebbe stato un grande fuoco scoppiettante nel camino, il tavolo apparecchiato per una cena romantica, un buon vino rosso e in sottofondo la playlist preferita di Palma dell’intramontabile Mina che ascoltava sempre. Tutto doveva essere perfetto per quello che sarebbe stato uno dei ricordi più belli della loro vita, la proposta di matrimonio.

Luigi era sicuro che la ragazza fosse del tutto all’oscuro del suo proposito, era stato bravissimo a nascondere ogni indizio che potesse svelarle la verità. L’unica cosa che Palma sapeva era che i genitori avevano lasciato loro la casa per il weekend dell’8 dicembre e che finalmente avrebbero passato un po' di tempo insieme. Infatti nelle ultime settimane Luigi era stato molto assente a causa del suo lavoro che lo aveva portato spesso fuori città e temeva che il loro rapporto potesse incrinarsi malgrado Palma non si fosse lamentata dalla sua lontananza. Ormai erano tre anni che stavano insieme, il loro amore veleggiava in mari tranquilli, era il momento di fare il grande passo.

 In realtà il giovane non poteva sapere che Palma tutto voleva tranne che convolare a nozze. I suoi genitori non si erano mai sposati e dopo poco la sua nascita si erano lasciati per trovare successivamente nuovi compagni di vita con i quali lei aveva stretto buoni rapporti e ai quali si era negli anni affezionata; quindi non avendo sofferto per la mancanza di una classica famiglia unita non reputava necessario sposarsi e firmare un contratto che li avrebbe legati per sempre. Per lei bastava volersi bene. I due non ne avevano mai parlato di matrimonio ma Palma non credeva che per Luigi fosse così importante. Ormai convivevano da un anno, si sostenevano e si aiutavano a vicenda. Quando i loro sguardi si incrociavano il luccichio nei loro occhi ancora brillava luminoso, non poteva chiedere di più.

Usciti dalla città e presa la strada di montagna cominciò a scendere dal cielo un leggero nevischio che piano piano cominciò ad imbiancare tutto il paesaggio circostante. Luigi procedeva con un’andatura lenta per godersi lo spettacolo che anche Palma ammirava al suo fianco perché sin da quando era piccola aveva sempre preferito la montagna al mare. Mentre percorrevano gli ultimi chilometri di tornanti una volpe uscì fuori dal suo nascondiglio per salutarli e dargli il benvenuto in quel paese incantato.

Varcarono il cancello della villetta poco prima dell’ora di cena, dalla canna del camino usciva un bel fumo nero segno che il fuoco doveva essere acceso già da un po'. Palma era al settimo cielo non faceva che guardarsi intorno, ammirare la natura, apprezzando in cuor suo di essere lì. Cesira li accolse con un enorme sorriso, non vedeva Luigi da qualche anno ma l’affetto che da sempre provava per lui era rimasto immutato. Si abbracciarono e il giovane le presentò Palma con la quale fu molto calorosa. Come richiesto da Luigi la donna li accompagnò al piano superiore per cambiarsi e prepararsi per la cena. Luigi aveva detto alla giovane che sarebbero andati in un ristorante un po' pretenzioso per quel paesino ma dove si mangiava molto bene. Quando furono tutti e due pronti ed elegantemente vestiti scesero al piano inferiore ma invece di dirigersi verso la porta di ingresso per mettersi i giacconi ed uscire Luigi la prese sotto braccio velocemente dirottandola verso il salotto e Palma, una volta entrata nella stanza, rimase senza parole.

Nell’ampia sala un fuoco ardeva in un grande camino di pietra, di fronte a questo su un divano in stile tirolese dal colore caldo del vin brûlé un gatto dormiva beatamente. Elfo, questo era il suo buffo nome, era il fedele compagno di vita che Cesira si era scelta da più di dieci anni. Il pavimento di pino era ricoperto da caldi tappeti che ricordavano lo stile altoatesino e che trasmettevano calore a tutta la stanza, la quale con i suoi mobili e pareti in legno sembrava uscita da un libro di fiabe. Ma il meglio doveva ancora arrivare, in un angolo della sala un alto albero di Natale con lucine e palle di vetro dai mille colori lasciò Palma esterrefatta, accanto ad esso un tavolo sapientemente e riccamente apparecchiato aspettava i suoi due ospiti, mentre l’avvolgente voce di Mina cantava “Mi sei scoppiato dentro il cuore”.

Palma rimase letteralmente pietrificata. Era tutto perfetto, troppo perfetto si disse. Dovevano passare un semplice weekend insieme, non le aveva detto nulla di una cena romantica a lume di candela in un’ambientazione da film americano. Cominciò a farsi strada nella sua mente un terribile presentimento, che non si trattasse di una semplice gita ma che Luigi avesse un’altra preoccupante intenzione e lei già cominciava a sentirsi in colpa su come sarebbe finita la serata.

- “Palma, Palma mi senti? Tutto bene?” – Le chiese più volte Luigi preoccupato che la giovane, con gli occhi spalancati e le labbra arricciate in uno strano ghigno, non gli rispondesse.

- “Scusami, si si tutto bene! Ma sono rimasta senza parole! Mi sembra di vivere un sogno.” – Anche se avrebbe voluto dire in verità un incubo. – “Tutto questo è per me? Non so che dire, non credo di meritarmelo”.

- “Ma che dici Amore mio, tu sei una persona speciale e meriti solo il meglio. Mi volevo far perdonare della mia assenza delle ultime settimane e ho deciso di farti una sorpresa.” – Le disse il giovane spaventato dalla reazione esitante della ragazza.

- “Dai andiamoci a sedere e godiamoci la prelibata cena che ci ha preparato la cara Cesira.” – Le disse sorridendo, cercando di sciogliere quel gelo che era sceso nella stanza.

L’anziana donna, diversamente da Luigi, aveva perfettamente capito la reazione di Palma. La giovane aveva scoperto il suo intento e si era dimostrata impaurita, non voleva probabilmente dargli un dispiacere ma non era affatto contenta del suo proposito. Ma Cesira, da donna concreta di montagna, decise di farsi gli affari suoi e con un gran sorriso aiutò gli ospiti ad accomodarsi e cominciò a mettere in tavola le diverse portate.

Come primo piatto Cesira aveva preparato le crespelle alla valdostana con fonduta di formaggi e funghi porcini. Una vera delizia per il palato. Per secondo invece lo stinco arrosto con patate croccanti che sapeva che a Luigi piacevano tanto e per concludere in dolcezza uno strudel di mele. Palma fu conquistata da tutte quelle prelibatezze ed essendo golosa divorò tutto dimenticandosi delle sue paure. Anzi si disse che probabilmente aveva esagerato a pensare che lui volesse farle la proposta, probabilmente voleva solo godersi una serata romantica insieme a lei. Luigi sapeva farla ridere, rendeva ogni cosa leggera anche ciò che non lo era, perché sapeva sempre cogliere il lato positivo di ogni circostanza anche quelle più difficili. Nella vita camminavano uno di affianco all’altra tenendosi per mano, pronti ad accogliersi in un abbraccio nei momenti critici, rispettando sempre gli spazi e tempi di ciascuno. Insomma non poteva essere più fortunata ad aver incontrato una persona come lui così abbandonò ogni indugio. Una volta terminata la cena Cesira si ritirò e loro rimasero soli: bevvero tutta la bottiglia di vino, risero, ballarono e cantarono le canzoni di Mina.

Anche Luigi si era rasserenato dopo l’iniziale turbamento che aveva visto negli occhi di Palma. La serata era stata un successo, era stato tutto perfetto la location, il cibo, il vino, la musica. Avevano scherzato, parlato di mille argomenti diversi, si erano stretti uno nelle braccia dell’altro, aveva visto la giovane raggiante e serena, nulla poteva turbare quel momento. Così dopo essersi spostati dal tavolo al divano e averla fatta sedere Luigi si mise in ginocchio, infilò la mano in tasca e tirò fuori la piccola scatolina di velluto che conteneva l’anello porgendola a Palma, la quale sbiancò di colpo. Dopo essersi schiarito la voce ed essersi fatto coraggio Luigi le disse:

- “Non posso prometterti che la nostra vita sarà ricca solo di risate e momenti belli come questi, probabilmente ci saranno anche periodi difficili nei quali uno di noi o forse entrambi vorremmo gettare la spugna, ma so con assoluta certezza che se non ti chiedo ora di diventare mia moglie lo rimpiangerò per tutta la mia vita, perché sento nel mio cuore che tu sei l'unica per me.” – Quelle parole nacquero spontanee in lui, non si era preparato nessuno discorso, era certo che quando l’avrebbe avuta di fronte le parole sarebbero venute da sole e cosi fu. Senza attendere una risposta prese l’anello e lo infilò al suo anulare sinistro e le disse in un fiato: - “Mi vuoi sposare?”.

E fu in quel esatto momento che tutte le paure di Palma scomparvero. Luigi aveva ragione i rapporti di coppia non sono sempre rose e fiori, bisogna avere una gran pazienza e, come disse qualcuno in un film, uno dei due deve saper disinnescare quelle situazioni che posso generare tensioni. Palma comprese che quando si trova la persona che sa aprire il tuo cuore, far cadere tutte le barriere che ti sei costruita e ti capisce meglio di te stessa ogni esitazione deve essere abbandonata per lasciare spazio alla fiducia e alla speranza. Guardandosi la mano finalmente si disse che invece era proprio lì, al suo dito, che quell’anello doveva stare. E senza esitazioni gli rispose:

- “Si ti voglio sposare, anche il mio cuore non vuole altri che te.”

Nascosta dietro la porta della cucina Cesira alzò in aria un calice di vino che si bevve in un sol sorso asciugandosi gli occhi inumiditi con una manica del pigiama e dopo aver preso in braccio Elfo se ne tornò nella sua stanza.

(La dichiarazione d’amore è un omaggio al film “Se scappi ti sposo” diretto da Garry Marshall)

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