concrezioni instabili

 

Titolo: Ma liberaci dal mare (1)
Tecnica mista
Misure 70x70
Anno 2018/2019



Lorenza Topa nasce a Napoli nel 1956. Dopo gli studi classici e una laurea in sociologia decide invece di fare la maestra ed insegna nella scuola primaria prima a Napoli e quindi dal 1998 a Roma.

Ha cominciato a frequentare corsi e studiare disegno e tecniche pittoriche verso i 40 anni, ed in modo naturale, sperimentando approcci diversi, negli anni è passata dalla rappresentazione fedele della realtà ad opere che esprimono emozioni e sentimenti in maniera più astratta e, talvolta catartica.

Il lavoro dal vero è spesso il punto di partenza per trasformare il mondo esterno, legandolo a quello meno noto e visibile della realtà interiore, in un dialogo continuo tra il dentro e il fuori. ”Il pennello o la spatola possono accarezzare oppure colpire frustare incidere grattare graffiare la tela e i materiali aggiunti” scrive Lorenza.

La sua tecnica, talvolta, prevede l’utilizzo di immagini fotografiche a piccoli elementi o particolari, con uno scopo “destrutturante”, costituente un “ponte” tra realtà e astrazione da utilizzare come ispirazione e riferimento per il lavoro pittorico vero e proprio. Altre volte le immagini sono solo mentali e possono tradursi in bozzetti o schizzi preparatori o, invece essere trasportate direttamente su tela.

Ha partecipato a varie mostre collettive a Roma che evidenziano il suo percorso artistico: “Il colore e l’immagine” (Giugno 2012), “Il colore e la forma” (Ottobre 2014), e “Luce e materia” (Maggio 2016).

 

Di seguito il bellissimo commento alla mostra dell’artista Barbara Duran:

“Concrezioni Instabili trovo sia un titolo perfetto a narrare l’alfabeto attraverso il quale Lorenza realizza la sua opera: segni, materia, colore, che si evidenziano su supporti graffiati, sabbiati, costruiti con gesso e stoffe, con oggetti trovati e rubati alla vita, con il gesto dello scultore assieme a quello del pittore.

La tridimensionalità è la dimensione più naturale nel linguaggio formale di Lorenza pur determinando uno spazio circoscritto sul supporto bidimensionale che esplode attraverso la materia e il movimento del segno astratto, quasi musicale, che ha chiara origine in quel momento di passaggio importantissimo della storia dell’arte e della pittura in cui nell’opera di Kandinsky appare in tutta la sua forza prorompente e rivoluzionaria l’immagine astratta.  Poi l’espressionismo astratto, l’action painting, l’arte informale, tutti luoghi ove Lorenza trova posto e ne percepisce il moto, il senso, il concetto, l’affinità e attraverso l’intelligenza della mano e una poetica dello spazio ne fa un suo linguaggio, unico perché cifra del codice dell’anima, del carattere, della vocazione di Lorenza.”




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