concrezioni instabili
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Titolo: Ma liberaci dal mare
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Lorenza Topa
nasce a Napoli nel 1956. Dopo gli studi classici e una laurea in sociologia
decide invece di fare la maestra ed insegna nella scuola primaria prima a
Napoli e quindi dal 1998 a Roma.
Ha cominciato a frequentare corsi e studiare disegno e
tecniche pittoriche verso i 40 anni, ed in modo naturale, sperimentando
approcci diversi, negli anni è passata dalla rappresentazione fedele della
realtà ad opere che esprimono emozioni e sentimenti in maniera più astratta e, talvolta
catartica.
Il lavoro dal
vero è spesso il punto di partenza per trasformare il mondo esterno, legandolo
a quello meno noto e visibile della realtà interiore, in un dialogo continuo
tra il dentro e il fuori. ”Il pennello o la spatola possono accarezzare oppure
colpire frustare incidere grattare graffiare la tela e i materiali aggiunti”
scrive Lorenza.
La sua tecnica,
talvolta, prevede l’utilizzo di immagini fotografiche a piccoli elementi o
particolari, con uno scopo “destrutturante”, costituente un “ponte” tra realtà
e astrazione da utilizzare come ispirazione e riferimento per il lavoro
pittorico vero e proprio. Altre volte le immagini sono solo mentali e possono
tradursi in bozzetti o schizzi preparatori o, invece essere trasportate direttamente
su tela.
Ha partecipato a
varie mostre collettive a Roma che evidenziano il suo percorso artistico: “Il
colore e l’immagine” (Giugno 2012), “Il colore e la forma” (Ottobre 2014), e
“Luce e materia” (Maggio 2016).
Di seguito il
bellissimo commento alla mostra dell’artista Barbara Duran:
“Concrezioni
Instabili trovo sia un
titolo perfetto a narrare l’alfabeto attraverso il quale Lorenza realizza la
sua opera: segni, materia, colore, che si evidenziano su supporti graffiati,
sabbiati, costruiti con gesso e stoffe, con oggetti trovati e rubati alla vita,
con il gesto dello scultore assieme a quello del pittore.
La
tridimensionalità è la dimensione più naturale nel linguaggio formale di
Lorenza pur determinando uno spazio circoscritto sul supporto bidimensionale
che esplode attraverso la materia e il movimento del segno astratto, quasi
musicale, che ha chiara origine in quel momento di passaggio importantissimo
della storia dell’arte e della pittura in cui nell’opera di Kandinsky appare in
tutta la sua forza prorompente e rivoluzionaria l’immagine astratta. Poi l’espressionismo astratto, l’action
painting, l’arte informale, tutti luoghi ove Lorenza trova posto e ne
percepisce il moto, il senso, il concetto, l’affinità e attraverso
l’intelligenza della mano e una poetica dello spazio ne fa un suo linguaggio,
unico perché cifra del codice dell’anima, del carattere, della vocazione di
Lorenza.”
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