L'eterna bellezza della scultura. Antonio Canova.



Danzatrice con le mani sui fianchi 1805-1812


Si è da poco conclusa la mostra a Palazzo Braschi di Roma intitolata L'eterna bellezza della scultura. Antonio Canova. Una mostra veramente interessante che ha dato la possibilità ai visitatori, anche ai meno informati di avvicinarsi all'arte di questo grande artista e di comprenderlo. Infatti, io penso, che gli organizzatori della mostra, si siano prefissi di far conoscere ai visitatori come il Canova fosse stato affascinato dall'arte greco-romana, durante il suo lungo soggiorno a Roma iniziato nel 1779 e terminato nel 1798 con il sopraggiungere della Repubblica romana, essendo egli un fiero antigiacobino, mettendo in relazione alcune opere antiche con quelle realizzate dal maestro. Soprattutto hanno voluto sottolineare come il Canova non fosse stato un pedissequo imitatore del passato ma come il suo neoclassicismo sia espressione personalissima ed originale della sua creatività.
Endimione dormiente, 1822

Maddalena penitente, 1806, marmo
Questo è stato possibile perché il visitatore ha potuto osservare diverso materiale come disegni, modelli, bozzetti di gesso o terracotta e rendersi conto dei vari passaggi che hanno portato l'autore alla realizzazione delle sue opere in marmo. Infatti la mostra ha documentato tutto il processo creativo dell'artista dalla produzione di modellini o gessi fino alle magnifiche realizzazioni in marmo che Canova rendeva lucenti spalmandone le superfici con una cera particolare.  Molto suggestivo è stato anche l'allestimento di alcune opere, come ad esempio la “Danzatrice con le mani sui fianchi” che è stata posta su di un piedistallo rotante offrendo l’opportunità a chi la guardava di ammirarla in movimento da tutti i lati. Inoltre le opere sono state presentate in ambienti poco illuminati dove risaltava soltanto la scultura esposta per far capire come doveva apparire alla luce delle fiaccole, nell'atelier del Canova in via delle Colonnette, agli occhi di amici ed ammiratori. 
Amorino alato, 1793-95

Molto interessante è stato scoprire come si può riprodurre con la moderna tecnologia in scala reale un’opera d'arte. Infatti la Mostra ha esposto il gruppo scultoreo “Amore e Psiche giacenti” prodotto in marmo partendo da una scansione 3D di un gesso da Robotor, un braccio robotico che ha scolpito per 270 ore per riprodurre uno dei capolavori della storia dell'arte che Antonio Canova ha impiegato cinque anni a completare, nel 1793. 
Perseo Trionfante, 1806, gesso
Gli organizzatori hanno anche dato risalto ad un altro aspetto della personalità del Canova che, in quanto Ispettore generale delle Belle Arti dello Stato della Chiesa, incarico che rivestì durante la seconda dominazione francese a Roma e nell'epoca della Restaurazione, si prodigò moltissimo per recuperare le opere d'arte sottratte dai francesi e per difendere il patrimonio artistico italiano.

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