La mia quarantena
La mia quarantena
#iorestoacasa #iorestoacasa…sono giorni che canali televisivi, stazioni
radiofoniche e social network non fanno altro che ripeterlo e io da brava
cittadina rimango a casa. L’azienda per cui lavoro mi ha messo in ferie forzate
e avendone molte degli anni precedenti non fruite sto trascorrendo due
settimane senza lavorare chiusa tra le quattro mura del mio appartamento.
Io vivo da sola, ad oggi (ma sono fiduciosa) non ho un marito, non ho
figli e non ho animali per cui il tempo per me scorre molto lentamente. La prima giornata di ferie è cominciata con
l’andare al supermercato, in farmacia e a buttare la spazzatura. Me li sono
giocati tutti e tre in una volta sola e credo di aver così compiuto un grosso
errore. Per fare tutto ciò ho impiegato circa due ore, a mezzogiorno ero di
nuovo a casa, e abbastanza angosciata mi sono chiesta e adesso che faccio per i
prossimi 13 giorni e mezzo?? Per smorzare l’ansia mi sono risposta che in fin
dei conti avere tutto questo tempo a disposizione non era necessariamente un
male perché finalmente potevo dedicarmi a quelle attività che avrei sempre
voluto fare ma per le quali normalmente ero troppo occupata. Ho pensato che per
prima cosa avrei potuto prendermi un po’ più cura di me stessa così sono andata
in bagno e ho tirato fuori tutte quelle creme, lozioni, maschere che negli anni
ho comprato senza mai utilizzare e ho passato mezza giornata a cospargermi con creme
all’argan, maschere alle bacche di goji ed a spalmarmi in viso un po' di bava
di lumaca. Devo dire che il risultato mi
è sembrato ottimale…le zampe di gallina erano ancora tutte lì ma almeno erano
passate tre ore! La mattina successiva di buon’ora ho deciso di rispolverare il
detto “mens sana in corpore sano” così ho tirato fuori il tappetino da yoga mai
utilizzato, messo un video su YouTube di zumba e cominciato la mia ora di
attività fisica che si è conclusa cinque minuti dopo perché, essendo dieci anni
che non facevo sport, sono crollata a faccia in giù al secondo esercizio. A
questo punto ho pensato che avrei speso meglio il mio tempo dando una sistemata
al balcone, una attività sicuramente meno pericolosa, dedicandomi ai fiori e
alle piante, potandole un po', annaffiandole e dando una spazzata in previsione
della primavera. Quindi mi sono munita di annaffiatoio, cesoie, guanti e scopa
e sono uscita sul mio piccolo terrazzo. Ed è qui che ho conosciuto la mia
dirimpettaia. Devo dire che in sette anni che vivo nel mio appartamento non ho
mai scambiato mezza parola né con i condomini del mio stabile né con quelli dei
palazzi accanto. Non per mia volontà, anzi per natura io amo confrontarmi con
il prossimo, ma perché nelle persone che avevo intorno, tranne qualche raro
caso, percepivo tanta freddezza, durezza ma anche tanta diffidenza e timore ogni
volta che provavo a scambiare qualche parola. Quasi che loro pensassero che io
volessi ficcare il naso nella loro vita per appropriarmi di qualcosa che gli
appartenesse. Saluti appena accennati con il capo, il passo che si affretta per
le scale o in ascensore per non doversi incontrare ed essere costretti a fermarsi
per dire due parole, così nel tempo ho lasciato perdere e non ho più provato a
fare conoscenza. Con l’arrivo però del coronavirus le cose sembrano piano piano
cambiare, la clausura forzata sta facendo riscoprire a tante persone il piacere
ma anche la necessità di sentirsi parte integrante di una comunità, di sentire un
po’ di calore umano che riscaldi i loro cuori in questo fine inverno assai difficile.
Così mentre ero intenta a strappare le erbacce dai vasi ho sentito una voce che
tentava con insistenza di richiamare la mia attenzione:
“Ehilà buongiorno! Mi vede? Sono qua! Salve! Più a destra! La finestra
con la tendina! Eccomi!” Cercando di seguire le indicazioni datemi vedo una
signora sbracciarsi da una finestra al primo piano del palazzo di fronte. I
suoi occhi dolci e il sorriso caldo mi hanno subito rincuorato. Mi sono sentita
meno sola.
“Scusi se la disturbo, l’ho vista intenta a pulire il suo balcone e le
volevo fare complimenti per le sue bellissime piante e fiori. Ogni mattina
quando apro le persiane vedere questo tripudio di colori mi mette subito di
buon umore!” Ed è così che ho conosciuto la mia vicina con la quale ho passato
la mattinata a scambiarci consigli di giardinaggio, a confrontarci sugli
argomenti di attualità del momento e a raccontarci aneddoti della nostra vita. Quando
alla fine ci siamo salutate e sono rientrata in casa quel senso di pesantezza
che mi opprimeva da giorni era improvvisamente sparito, si era dileguato, mi
sentivo di nuovo leggera e con una nuova consapevolezza: anche se in casa siamo
soli, a pochi passi da noi, ci sono persone che non aspettano altro di essere trovate
per condividere insieme piccoli momenti di gioia nonostante le difficoltà.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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