La cena di capodanno
La cena di capodanno
“Dory come stai? Mi ha detto Manuela che
sei costretta a casa con l’influenza.” Esordì quasi urlando e con voce
preoccupata Francesca appena la sua cara amica Dolores rispose al telefono.
“Ciao Francy, si sono uno straccio…ecciu…mi
fanno male tutte le ossa…ecciu…ho la febbre e ho questo fastidiosissimo
raffreddore che non mi dà tregua…ecciuu!” Le rispose Dolores con un filo di
voce soffiandosi rumorosamente il naso.
“Mamma mia Dory la situazione è peggiore
di quanto pensassi, ma ti sei fatta vedere dal medico?”
“Ma no, non è necessario… ecciu…è la
classica influenza invernale! Mi basterà un po’ di riposo, stare al calduccio e
vedrai che in pochi giorni mi riprenderò…ecciu!!” Continuò la donna emettendo anche
un sonoro colpo di tosse.
“Ma dimmi tu se dovevi stare male proprio
l’ultimo dell’anno. Immagino che non te la senta stasera di venire a casa di
Giacomo. Se vuoi passo a prenderti io con la macchina, festeggi la mezzanotte con
noi e poi ti riporto a casa?”
“No!! Ti ringrazio ma sto troppo male per
potere uscire, non ti preoccupare si vede che era destino che andasse così.
Certo speravo di trascorrere il capodanno in ben altra maniera e soprattutto in
vostra compagnia ma dovrò accontentarmi di un brodino caldo e qualche vecchio
film alla tv”. Concluse sospirando energicamente per far sentire il suo
rammarico di non poter passare la serata con i suoi più stretti amici.
“Mi dispiace veramente tanto ma
considerando le tue condizioni non insisto, comunque se avessi bisogno di qualcosa
non esitare a contattarmi. Ci sentiamo domani così mi aggiorni sulle tue
condizioni.” Ma non fece a tempo a finire la frase che Dolores aveva già
riattaccato, Francesca pensò che la sua amica doveva stare proprio male! Come
abbassò il ricevitore Dory scoppio in una fragorosa risata, la sua
interpretazione era stata perfetta, si disse magistrale! Finalmente si sentiva
libera dall’incubo di andare a festeggiare il capodanno a casa di Giacomo e di
potersi godere il fuoco del camino, un buon bicchiere di vino rosso e il libro
giallo che stava divorando e del quale non vedeva l’ora di leggere il finale.
Non aveva proprio voglia di passare un’altra di quelle serate nelle quali il
tempo non passa mai, gli argomenti scarseggiano e come al solito il sonno avrebbe
preso il sopravvento procurandole degli sbadigli che sarebbe stato quanto mai
difficile trattenere. “Credo che lei creda che io credessi di passare il
peggior ultimo dell’anno della mia vita!” Si disse mentre un sorriso beffardo
le si dipingeva in volto. Pienamente soddisfatta di questa sua piccola e
innocente bugia andò ad indossare il suo migliore pigiama di pile, dei calzettoni
di spugna all’ultima moda e dopo aver preso il plaid si andò a sdraiare sul
divano con il suo libro e il bicchiere di vino a portata di mano sul tavolino.
Dolores era un in perfetto stato di grazia,
invece nello stesso momento Francesca era divorata da mille dubbi. “Povera Dory
costretta a letto, da sola e con la febbre la notte di capodanno mentre noi in
compagnia a divertirci. Questo è stato un anno così pesante per lei che non le
ci voleva anche questo. Ci sarà qualcosa che potrò fare per renderle questa
serata più lieta?” Si chiese pensosa camminando avanti e indietro per il soggiorno,
quando improvvisamente un’idea le balenò in mente che le sembrò geniale. Corse
in camera da letto, afferrò il cellulare e chiamò in tutta fretta Giacomo,
dovevano sbrigarsi se voleva riuscire ad organizzare il suo piano.
Verso le venti e trenta Dolores sentì il
suo stomaco brontolare. Nel pomeriggio si era recata al suo panificio preferito
e aveva comprato pizzette rosse, pizzette ripiene con prosciutto e formaggio, vol
au vent di pasta sfoglia con diverse farciture e si disse che era ora di metterle
in forno per gustarsele. Andò in cucina per accendere il forno quando
improvvisamente sentì suonare il citofono. Si chiese chi potesse essere a
quell’ora del 31 dicembre. Forse qualcuno, invitato da un vicino per il cenone,
aveva sbagliato cognome e aveva suonato al suo interno, decise di ignorare il
problema e di proseguire verso la cucina. Dopo pochi minuti mentre era intenta
nei preparativi della cena sentì suonare il campanello della porta.
“E
ora chi è?” Si chiese perplessa mentre si avvicinava silenziosamente alla porta
per vedere chi ci fosse dietro senza farsi sentire. Dallo spioncino vide il
viso di Francesca occupare tutta la visuale e Dolores imprecò tra sé e sé non
sapendo cosa fare. Dopo averci pensato un attimo decise di aprire la porta
convinta che sarebbe riuscita a mandarla via in pochi minuti, rassicurandola
che non stesse poi così male. Indossò di corsa il plaid sulle spalle e
dipingendosi un’espressione malconcia in viso le aprì la porta ma appena lo
fece improvvisamente una decina di persone, nascoste dietro la sua amica, balzarono
fuori andandole incontro festosi e travolgendola con il loro calore. Un sorriso
storto si dipinse sul viso della donna ma, dopo pochi secondi, dovette imporsi un’espressione
gaia e felice per non deludere i suoi amici ma soprattutto per non far scoprire
l’inganno. Mentre accompagnava verso il soggiorno i suoi numerosi ospiti con le
mani pieni di vassoi e buste della spesa non poté fare a meno di guardare con
malinconia il libro aperto appoggiato sul divano e pensare che anche per
stasera l’assassino sarebbe rimasto impunito.
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