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Autore: Valérie
Perrin
Editore: E/O
Data uscita 10/07/2019
Pagine: 416
Lingua: Italiano
Traduttore: Alberto
Bracci Testasecca
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Cambiare l’acqua ai fiori è
un romanzo scritto da Valérie Perrin, nota fotografa di scena delle più
importanti produzioni cinematografiche francesi. Questa è la sua seconda opera
narrativa dopo la pubblicazione nel 2015 di Quaderno dell’amore perduto,
il romanzo d’esordio che ha incantato sia il pubblico che la critica.
Cambiare l’acqua ai fiori ha
vinto, nel 2018, il Prix Maison de la Presse con la seguente motivazione: “Un
romanzo sensibile, un libro che vi porta dalle lacrime alle risate con
personaggi divertenti e commoventi”. Cambiare l’acqua ai fiori è
ambientato nel cimitero di un piccolo villaggio francese, Brancion-en-Chalon, e
ha come protagonista una donna Violette Toussaint, il cui cognome significa
Ognissanti. Violette è ormai da vent’anni la custode di questo luogo che spesso
nella nostra immaginazione è ritenuto essere un posto dai colori grigi, in cui
il sentimento di speranza lascia quasi sempre il posto alla tristezza, alla rassegnazione
o alla rabbia per aver perso i propri cari. Ma per Violette non è così, per la donna il
piccolo cimitero è diventato il suo accogliente rifugio dove ogni giorno si occupa
delle sue grandi passioni: l’orto in cui crescono, grazie al continuo impegno, diversi
tipi ortaggi, il giardino dove coltiva fiori e piante che poi vende ai visitatori
del cimitero, e infine gli animali. Gatti
che hanno scelto come casa la tranquillità del cimitero e cani che hanno
accompagnato i padroni nell’ultimo viaggio e che poi hanno scelto di continuare
a vivere accanto a loro. Inoltre la donna si prende cura delle tombe trascurate
dai parenti, le pulisce, pianta fiori, alberelli e cespugli per evitare che il
comune vedendo lo stato di abbandono in cui versano non decida di riesumarne i resti
per ricollocarli nell’ossario comune e liberare i posti a nuovi proprietari. Infine
negli anni
ha preso l'abitudine di trascrivere,
su registri catalogati per anno, le orazioni funebri e descrivere
minuziosamente ogni funerale così da poter dare la possibilità, a chi non è
riuscito ad essere presente alla funzione, di esserne comunque partecipe. Violette trascorre la sua vita
serenamente, circondata dall’affetto dei suoi amici che le tengono compagnia, il
prete, i titolari dell’agenzia delle pompe funebri e gli addetti alle sepolture,
che sono persone solari, allegre che riempiono la sua vita e la sua casa. Per
rispetto ai defunti indossa sempre sobri soprabiti scuri ossia l’inverno, ma sotto
porta indumenti colorati, spesso appariscenti, ossia l’estate. Nessuno però
conosce bene il passato di Violette, prima del suo arrivo a Brancion-en-Chalon
vent’anni prima, nessuno sa che fino ad allora la sua vita era stata costellata
da eventi spiacevoli, dolorosi, drammatici ma anche da incontri che l’hanno
aiutata a rialzarsi e a rimettere insieme i pezzi della sua vita che era andata
in frantumi e a tornare a credere che un’esistenza era ancora possibile. Quando
ormai pensava di aver chiuso da tempo i conti con il passato la sua vecchia vita
riemerge con l’arrivo al cimitero di un commissario di polizia che si presenta
con una particolare richiesta. La madre dell’uomo, da poco deceduta, ha
espresso nel suo testamento la volontà di essere sepolta nel cimitero di quel paesino
nella tomba di uno sconosciuto signore del posto. Da quel momento la vita della
protagonista prende una piega inattesa, si scoprono legami fino allora taciuti
e vengono a galla verità per decenni sepolte nella polvere. Attraverso
descrizioni di incontri, testimonianze, flashback e pagine di diari che erano
stati tenuti nascosti la storia di Violette si intreccia con quella di tanti
altri personaggi in un susseguirsi di eventi che terranno i lettori con il
fiato sospeso fino all’ultima pagina con un finale inatteso. Cambiare l’acqua ai fiori, a dispetto della sua ambientazione, è un inno
alla vita e alla speranza che un futuro è sempre possibile malgrado la vita ci
possa mettere di fronte ad eventi in grado di annientarci. Questo libro ci fa
capire quanto sia importante non soffermarci mai alla prima impressione che abbiamo
alla conoscenza di una persona ma di andare al di là della maschera che ognuno
di noi indossa nella vita quotidiana per proteggerci e nascondere agli altri i
nostri veri sentimenti. Questo romanzo ci aiuta ad abbandonare il brutto vizio,
che ognuno di noi ha, di dover collocare ogni persona che incontriamo nella
nostra vita in un particolare cassetto dell’armadio dei nostri pregiudizi e ci
insegna ad ascoltare e a capire i rumorosi silenzi con cui parlano i nostri
cuori. Un libro che consiglio a tutti di
leggere, soprattutto a chi ha più difficoltà ad aprirsi al prossimo.
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