La vetrina
Erano diversi minuti che
continuavo a fissarle, erano una più bella dell’altra, tutte con almeno 10
centimetri di tacco. Ce n’erano diverse che attiravano la mia attenzione ma due
erano le mie preferite: la prima rosso fuoco, nodo alla caviglia, tacco a
spillo con punta tonda aperta e cerniera sul retro, sicuramente da indossare
con un tubino bianco classico ma anche con un lungo abito a sottoveste. La
seconda invece aveva un design essenziale a listini sottili con seducente tacco
10, in nuance nera che non delude mai, realizzata in morbidissima pelle
scamosciata. Semplicemente perfette. Il prezzo non era proprio alla portata di
tutti, l’etichetta diceva 349 euro: avrei dovuto lavorare parecchio per
potermele permettere ma l’avrei fatto volentieri se avessi potuto.
“Marta guarda che belle
le nuove Converse con tutte quelle paillettes e glitter, sono proprio all’ultima
moda, vieni a vedere!” urlò mia cugina Betta distogliendo la mia attenzione per
un attimo dai quei bellissimi sandali.
In effetti non avrei dovuto neanche
guardarli, ero infatti alla ricerca di un paio di sneakers, quelle che avevo ai piedi erano ormai distrutte,
ma ogni volta che mi fermavo davanti ad un negozio di scarpe la mia attenzione
veniva subito rapita da quelle con il tacco! Mentre osservavo la vetrina non
potei fare a meno di guardare la mia immagine riflessa, non si poteva certo
negare che fossi carina: bruna, occhi chiari, un bel viso luminoso e un fisico
slanciato che sarebbe stato ancora più
valorizzato da quelle magnifiche scarpe col tacco. Peccato. Peccato per
quel piccolo difetto che proprio non potevo fare a meno di notare: una lussazione congenita dell’anca
destra che mi faceva compagnia dalla nascita e mi faceva lievemente ondeggiare.
I medici mi avevano ripetuto che nei casi più frequenti è un problema di
facile risoluzione ma il mio invece si era rivelato più grave del previsto ed
era stato necessario ricorrere ad una riduzione chirurgica della lussazione.
Erano seguite una serie di ingessature, quattro per la precisione, per raggiungere la stabilità dell’articolazione che però mi aveva
lasciato una andatura un po' sbilenca e infranto il sogno sia di portare tacchi
a spillo che di diventare una ballerina classica. Ho sempre pensato che quando succedono cose del genere nella
vita, hai davanti a te due strade: la prima è quella più facile, dell’autocommiserazione
e del vittimismo, dove la maggior parte delle tue forze saranno spese a
chiederti perché è successo proprio a te, a lamentarti di quello che non potrai fare e ad accusare
il destino della tua infelicità, commiserandoti
con crescente tristezza. La
seconda invece richiede impegno, ti impone di rimboccarti le maniche per rendere la tua vita migliore, cogliendone
sempre il lato positivo.
Mentre mia cugina
continuava a fissare entusiasta quelle scarpe da ginnastica il mio sguardo invece si posò ancora su
quelle magnifiche scarpe e poi di nuovo sulla mia immagine riflessa dalla
vetrina. Un sorriso di sfida e di determinazione si
stava facendo largo sul mio viso: “Perché diciamo la verità, Marta, le scarpe con il tacco sono
pure belle ma dopo un quarto d’ora che ci sei salita sopra hai un mal di piedi
terribile e non vedi già l’ora di togliertele per metterti un comodo paio di
pantofole! E della pericolosità di
dover dribblare sanpietrini divelti, buche nell’asfalto, marciapiedi rotti ne vogliamo
parlare? Con un economico paio
di sneakers, invece, ti puoi
muovere agilmente e non devi sempre guardare per terra alla caccia della prossima trappola!
E
tutti quei documentari
alla tv sui sacrifici delle ballerine classiche per poter arrivare a calcare i
palcoscenici più prestigiosi? …una vita di privazioni, disciplina
e rigore! Io che amo stare la domenica a letto fino alle 11. Per me il weekend
è sacro, fatto di svago e in compagnia delle persone che amo: no decisamente quella è una vita che non fa per me!
Spesso mi torna in mente
una frase John Lennon “la vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti”,
perciò quello che puoi fare, mia cara Marta, è cogliere nella tua vita
il lato positivo di ogni evento,
perché può accadere che da eventi inattesi, che inizialmente ci sembrano
negativi, si aprano opportunità che non avremmo neanche immaginato.
“Marta
queste converse sono una favola, vieni a vedere, ti starebbero benissimo!” Riprese
Betta in preda al suo entusiasmo. Così dopo essermi avvicinata a lei ed aver
osservato le sneakers le feci l’occhiolino dicendole: “Hai ragione, dai
entriamo!”.
Commenti
Posta un commento